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Più tasse per l’uguaglianza di genere

di Federica Gentile | 21 Ottobre 2023

Alla fine sempre alla cura si ritorna: il maggiore carico di lavoro domestico e di cura delle donne influisce naturalmente non solo sul reddito, ma anche sulla ricchezza.  Di conseguenza, come rilevato dal Women’s Budget Group, una forte disuguaglianza nella ricchezza “ostacola la mobilità sociale, perpetua i cicli di povertà e limita l’accesso all’istruzione di qualità, all’assistenza sanitaria e ad altri servizi essenziali”; non solo, avere più potere economico significa anche avere più influenza  sulle agende politiche” e limita la mobilità sociale: a livello mondiale la ricchezza accumulata dalle donne è il 74% di quella accumulata dagli uomini.

Le persone povere hanno maggiori probabilità di rimanere tali, mentre le persone ricche continuano beatamente ad arricchirsi. Il Women’s Budget Group ha analizzato la situazione in Gran Bretagna, sottolineando come in UK “i guadagni di capitale e alcune entrate derivanti dalla ricchezza sono tassati a un’aliquota più bassa rispetto al reddito da impiego.”. 

In UK questo fenomeno di sotto-tassazione  rafforza il gap nella ricchezza: tassare di più le persone ricche consentirebbe di ridurre anche il  divario di genere nella ricchezza e di liberare risorse per finanziare i servizi pubblici. Questo tema è particolarmente rilevante in un’epoca di austerità, in cui gli stati tendono a tagliare la spesa pubblica, una politica che ha un impatto particolarmente negativo sulle donne. 

Per quanto riguarda il dettaglio della situazione britannica, il divario di ricchezza di genere comporta che gli uomini abbiano in media circa 92.762 sterline in più rispetto alle donne, con un divario di genere nella ricchezza pari al  35%. Questo divario comincia a crescere con l’aumentare dell’età delle donne: se tra i 35 e i 44 anni è del 28%, dopo i 45 anni, la differenza di ricchezza di genere aumenta ulteriormente, per arrivare, a 64 anni, ad un gap di genere medio della ricchezza pari al 42%.

Il Women’s Budget Group propone quindi – e questo sarebbe bello succedesse anche in Italia – una riforma del sistema fiscale per renderlo più progressivo secondo un principio che di questi tempi pare rivoluzionario: tassare di piu’ chi ha di più. Per esempio, in UK una tassa annuale del 2% sulla ricchezza per le persone con 10 milioni di sterline di patrimonio potrebbe generare 22 miliardi di sterline all’anno. 

Anche in Italia abbiamo bisogno di una tassazione progressiva, che procuri risorse per sostenere le persone più vulnerabili e per investire  in infrastrutture sociali e fisiche; spesso,  si obietta che nel nostro paese le tasse – ops, il “furto di stato” – sianoun peso  e ci si ferma davanti ad ostacoli come il fenomeno dell’evasione dell’elusione fiscale  e dei paradisi fiscali ritenendoli insormontabili; ma come osservato da Antonio Zucaro sul Manifesto,  ci sono accordi internazionali e strumenti per “ intervenire fiscalmente sulle ricchezze all’estero. È questione di volontà politica, ovvero di indirizzo di Governo.”

Ecco.