La povertà si declina in molti modi, e la povertà mestruale è una dimensione della povertà di cui si sta ultimamente prendendo coscienza: il termine si riferisce ad uno scarso/mancato accesso a prodotti mestruali e a strutture igieniche. Infatti 500 milioni di donne e ragazze (non solo le donne e le ragazze hanno le mestruazioni, ma anche persone transgender e non binarie) nel mondo non hanno accesso a strutture adeguate per gestire la propria igiene mestruale. Il problema è globale e riguarda anche i paesi più ricchi: in UE si stima che 1 ragazza su 10 non possa permettersi prodotti per le mestruazioni e molti stati non considerano questi prodotti come beni essenziali.
Anche se esiste una risoluzione del Parlamento europeo che invita gli Stati membri a eliminare la cosiddetta Tampon Tax, non tutti gli stati membri si sono mobilitati in questo senso, mentre in Francia il governo fornisce prodotti mestruali gratuiti nelle scuole ed università e dal 2020 la Scozia fornisce prodotti mestruali gratuiti per tutt*.
Al di là delle problematiche economiche che rendono difficile l’accesso a prodotti mestruali, sopravvivono sfortunatamente i tabù e la vergogna associati alle mestruazioni: in Kenya, nel 2019, una ragazza si è uccisa dopo che un insegnante l’ha fatta vergognare per l’uniforme scolastica macchiata di sangue, ed ha fatto scalpore la protesta della senatrice kenyota Gloria Orwoba che si è presentata in Senato con dei pantaloni bianchi macchiati di sangue per protestare contro la povertà mestruale e lo stigma legato al sanguinamento che in alcuni casi comporta che le ragazze stiano a casa da scuola quando hannole mestruazioni. Nel paese sono state abolite le tasse sui prodotti mestruali e una legge prevede che gli assorbenti vengano forniti gratis alle studentesse, ma stenta a decollare.
I provvedimenti presi da questi governi sono necessari ed urgenti, ma è anche fondamentale che gli stati si muovano con strategie a lungo termine per combattere la stigmatizzazione delle mestruazioni con un’adeguata educazione nelle scuole e migliorando e garantendo, dove necessario, servizi igienici adeguati a tutta la popolazione.
Immagine di Annika Gordon su Unsplash