Ed eccoci ancora qui, care amiche, ad augurarvi buon anno con il nostro tradizionale oroscopo femminista: sempre più inventato e buttato lì a caso, eppure ogni volta atteso e compulsato in cerca di corrispondenze con il proprio segno. I commenti sono sempre spassosi, grazie davvero!
Prima di pensare al 2025, però, un doveroso addio senza rimpianti al 2024: credevamo di avere visto già tutto, ma ci sbagliavamo. Guerre, disastri climatici, attentati e violenze sono infatti andati a braccetto con le bravate di leader in acclarata andropausa, inutilmente testosteronici, fieramente misogini. Hanno giocato a chi la spara più grossa, ma il problema è che questi poi hanno sparato veramente, e chissà quando la smetteranno.
Ed è così che eventi drammatici, incredibili e strazianti, assieme ad altri invece ridicoli, sbruffoni, ciarlatani e cialtroni ci hanno lasciato con le vertigini da montagne russe, o da cervicale a pezzi, fate voi.
Più che sonno della ragione, si direbbe un coma profondo. Ci risveglieremo? Dipende anche da noi femministe. Che è una bella notizia, dato che forze e capacità le abbiamo, ma può essere anche una cattiva notizia, visto che in troppe non ne sembriamo ancora convinte.
Ma non indugiamo troppo, andiamo, allora: vediamo il nostro 2025 segno per segno, e prepariamoci a scalare la montagna di un futuro incerto, un passo alla volta. Sia mai che ci possa venire la voglia di salvare il mondo, un giorno di questi.
ARIETE: oroscopo femminista
Questo segno lo dedichiamo di solito alle nostre eroine di resistenza, a chi non molla mai e prende a testate ogni ostacolo. Stavolta lo dedichiamo a lei, Gisèle Pelicot e a tutte le altre che hanno resistito o stanno resistendo. Una storia tanto incredibile e violenta quanto, alla fine, salvifica ed esemplare. Abbiamo avuto tutte difficoltà a credere che davvero il mostro, ovvero chi ci fa vedere il peggiore lato oscuro dell’essere umano, potesse arrivare a tanta efferatezza. Gisèle Pelicot, per contro, si è sottoposta allo scrutinio pubblico e ci ha fatto vedere il lato migliore della nostra specie, alzandosi sopra l’orrore, affrontando anche l’inevitabile tormento interiore del non avere capito (o voluto capire?) prima. Ha deciso, insomma, di diventare anche lei, sì, un “mostro”, ma di luce. Il nostro augurio del 2025, per lei, è quello di trovare finalmente pace. Per tutte le altre, ancora alle prese con uomini violenti, è quello di lasciarsi guidare dal suo esempio e trovare il coraggio di chiedere aiuto. Parola dell’anno: luce
TORO: oroscopo femminista
Ecco un altro segno da prendere..per le corna! Se l’ariete ci dà l’idea di sfondare porte chiuse, aprire nuovi orizzonti, il toro ci fa pensare invece a donne che vedono un drappo rosso e vanno alla carica di chiunque lo agiti. Beh, quest’anno non sono mancate le occasioni: pensioni in picchiata, sanità a pezzi, scuola in sgretolamento, welfare e servizi sociali in agonia. Tutto quello che sostiene il lavoro di cura o che mitiga il gender gap economico è stato preso di mira. Per non parlare dei diritti riproduttivi, attaccati un giorno si e l’altro pure. Davanti a tutti questi drappi rossi, abbiamo però visto reagire ben poche donne con un ruolo pubblico (che ringraziamo). Le altre? Stanche da anni tremendi? Potrebbe essere. Disorientate da due leader donne che non stanno incidendo come ci aspettavamo? Comprensibile. Impaurite dall’inasprirsi di un dibattito pubblico sempre più violento? Umano. Timorose di esporsi e di rimanere poi sole con il cerino in mano? Ci sta. Però, amiche, lo sapete pure voi che non possiamo andare avanti così. Per il 2025 il nostro augurio è di ritrovare la voglia di dare cornate femministe. Parola dell’anno: carica
GEMELLI: oroscopo femminista
Se i gemelli sono il segno dell’ambiguità, quest’anno ne abbiamo respirata parecchia, noi femministe, come ad esempio quella di definire “arte” il cantare parole di violenza e sopraffazione contro le donne. Qui si è persa la sottile differenza tra spettacolo e arte. Lo spettacolo ci deve solo far divertire, a volte con la bellezza, ma molto spesso con la violenza a volontà. È l’antica lezione del panem et circenses: i gladiatori nel colosseo, i cristiani sbranati dai leoni, le corride, il wrestling. Fare arte significa invece muovere il meglio delle persone. A volte grazie all’armonia e l’eleganza, altre, invece, attraverso il racconto o la denuncia del male. La differenza è che l’arte, per essere tale, deve avere sempre l’obiettivo di accendere un bagliore nell’anima e di spingerci ad elevarci. Quindi, sì, parliamo anche a voi, care cantanti e opinion leader che vi siete accomodate su questa ambiguità: non è stato bello, ci avete lasciato un retrogusto amaro di opportunismo e di interessi. A voi, ma anche a tutte noi, auguriamo un 2025 senza più ambiguità, lucide e determinate nel far crescere la vera arte. Parola dell’anno: integrità
CANCRO: oroscopo femminista
Come sempre, anche in questo 2024 siamo finite intrappolate nelle chele di un qualche nuovo cancro social. A noi quest’anno è bastato un click per cadere nel baratro dello yoga facciale e le promesse di ringiovanire in soli 10 minuti al giorno. Noi, per la verità, stavamo già valutando i benefici di un sereno e arrendevole declino, terrorizzate dalle labbra a canotto, occhi ghepardeschi a fessura, sopracciglia mefistofeliche, guance-pongo e zigomi da scoiattolo. Si, eravamo convinte: la patriarcale chirurgia estetica contro il tempo che passa non ci avrebbe avute. Ma lo yoga facciale? Che promette pure una esotica meditazione, mentre apriamo e chiudiamo la mandibola con la testa rivolta all’indietro, gli occhi girati, le orecchie basse, il naso arricciato? Se ci riuscite, state tranquille che li vedrete veramente, gli spiriti. Vabbè, dai, anche le femministe hanno bisogno di leggerezza e in fondo l’impegno a prenderci cura di noi stesse fa comunque sempre bene all’autostima. Quindi, ok, pratica sdoganata. Parola dell’anno: benessere
LEONE: oroscopo femminista
Roarrrrr!!! E voi, leonesse, a chi pensate di rivolgere il vostro ruggito nel 2025? Verso superiori ingestibili e psicolabili? Partner capricciosi e narcisisti? Famigli opprimenti? Amicizie invidiose e avvelenate? Vorreste la strage, ma non si può caricare chiunque a testa bassa. Quindi pianificate, cambiate, risolvete ma vi raccomandiamo: una grana per volta. Per tutte le altre rogne in lista d’attesa, vi farà bene avere un punching ball emotivo come ad esempio ChatGpt, ottimo per incassare insulti. Vi potrete scaricare i nervi con molto gusto e senza rimorsi, tirandogli ogni maledizione, tanto è una macchina. Proverete il senso inebriante della sopraffazione e potrete fare le aguzzine senza pagare pegno, perché quella massa di ferraglia, microchips, pixel e circuiti si metterà pure in ginocchio con voi e si scuserà chiedendo perdono senza senso del ridicolo. Come…come? Questo rapporto vi pare un po’ tanto tossico e vi ricorda situazioni già viste? Ecco. Facciamoci delle domande e diamoci delle risposte. Parola dell’anno: intelligenza
VERGINE: oroscopo femminista
Lo sapete, noi siamo per la rivalutazione delle streghe già da qualche anno, donne indipendenti di sapienza ed esperienza, tutte all’opposto, nel nostro immaginario, del concetto di vergine. Il loro ruolo sociale di cura dei più poveri, grazie ai saperi delle erbe, e la loro demonizzazione da parte di chi ne voleva il potere sociale è oramai un dato storicamente acclarato. Anche delle colpe del nascente capitalismo nella caccia delle streghe abbiamo già detto. Non siamo state le sole, ovviamente, e quindi, dai che ti dirai, oggi sui social vediamo tutto un fiorire di interesse per le nuove streghe moderne, ma nella versione di life coach, erboriste esoteriche ecc. Se da una parte è bello vedere sdoganati dal pubblico mainstream temi nati nelle pieghe delle minibolle, d’altra parte ci spiace il tritacarne consumista nel quale finiscono ogni volta. Alla fine prevale il coté modaiolo e festaiolo che ne annacqua il portato trasformativo. La maledizione è sempre quella: il pubblico va divertito, intrattenuto e abbagliato. Non un pubblico femminista, però, e, certo, non un pubblico di streghe. Noi, quelle vere, li stiamo già facendo, gli incantesimi, ma siamo così brave che non ve ne state accorgendo. Parola dell’anno: magia
BILANCIA:
Amiche della bilancia, per quest’anno non vi parleremo di peso (contente?) ma di un altro tipo di bilancia, quello della giustizia. Già la parola da sola vi fa ridere? Pure a noi. Ma di quale giustizia stiamo parlando? Di quella che fa la gradassa con i pesci piccoli e l’arrendevole con quelli grossi? Che non sa prendersi cura delle persone in carcere, non sa proteggere le vittime, difendere gli innocenti, perseguire i colpevoli? Si, sono tempi sempre più bui anche per la giustizia, eppure ci serve, ne abbiamo bisogno anche e soprattutto noi donne. Non si possono risolvere le diseguaglianze, affrontare la violenza di genere, raggiungere la parità e costruire un paese migliore senza una buona giustizia. Il 2025 sarà quindi l’anno di impegno per una giustizia…femminista! Ecco, ora state ridendo ancora di più? Beh, sapete come si dice, prima ti ignorano, poi ti deridono, poi….E quindi…via, aiutiamo le magistrate, le avvocate, le donne delle forze dell’ordine impegnate ogni giorno a rendere questo un paese migliore, lo fanno anche per noi. Parola dell’anno: incoraggiamento.
SCORPIONE:
Qual è stata per voi la puntura dello scorpione più dolorosa di quest’anno? Noi non abbiamo dubbi: la sconfitta di Kamala Harris. Una vera sprangata in faccia alla quale non abbiamo voluto credere fino all’ultimo, e, che confessiamo, non abbiamo ancora superato. Certo, con il senno di poi, è stata una nefasta congiuntura astrale, tra debolezze di partito, capricci senili, ritardi, rivalità, impreparazione, grandi capitali ostili. Tutto quello che volete, ma, davvero, altro che vittoria di panza dell’elettorato: un deliberato suicidio democratico di massa, con l’aggravante del voto ostile delle donne bianche. Se qualcosa dobbiamo imparare da questa esperienza, non è tanto che c’è ancora troppa misoginia in giro (sai la novità) ma che non sono più ammessi errori di sottovalutazione. Una candidata donna e di colore era già inimmaginabile solo pochi anni fa, illuderci che sarebbe bastata contro la peggiore caricatura di maschio bianco prevaricatore è stato un po’ tanto…ottimista. Quindi sì, ci aspettano tempi duri, ma è da questa amara verità che dobbiamo trarre nuovo slancio. Parola dell’anno: ripartenza.
SAGITTARIO: oroscopo femminista
Ehi, sagittarie, creature a metà tra il cavallo e l’umano, verso quale stella punterete la vostra freccia quest’anno? In un momento in cui tutti gli orizzonti si restringono, guardare oltre è sempre più difficile e sfidante. Ma la natura delle sagittarie questa è, non ne sanno fare a meno. E quindi tocca a loro la responsabilità di portarci in mondi nuovi, luoghi sconosciuti, provando nuove esperienze. Se avete un’amica sagittaria di questo tipo, vera o facente funzione, statele dietro, che di questi tempi abbiamo bisogno come il pane di persone che ci vengano a stanare nella tana di comfort e di assuefazione nella quale ci siamo nascoste. Accettiamo sulla fiducia ogni invito che ci viene rivolto: al cinema, in montagna, al mare, a festival, eventi, incontri. Già che qualcuno ci venga a cercare è tanta roba in tempi isolati come questi, ma andare, andare e ancora andare è importante, anche correndo il rischio di tornare sfrante o annoiate. Perché, fidatevi, non si può mai dire. Ogni incontro, anche solo quello con un nuovo sapere, ci può cambiare la vita in ogni momento. Parola dell’anno: incontrare.
CAPRICORNO:
L’algoritmo social malefico ha penalizzato in questi ultimi anni tutto quello che non è personale o business, quindi in sostanza, tutto quello che è civico, civile o sociale, mentre il pinkwashing, il greenwashing, il socialwashing, il tutto-quello-che-volete-washing ha trionfato glorioso. Ora però, diciamocelo, siamo stanche: l’influencer dalla bontà pelosa non ci diverte più, i leoni da tastiera sono sempre più patetici, i bot ci fanno quasi pena, la manipolazione delle menti fragili con terrapiattistimi e negazionismi è vistosa. Nel 2025 non staremo più ferme, ma faremo la nostra parte nella bonifica: basta like a pioggia, ma solo per chi li merita davvero. No a condivisioni o rilanci scandalizzati di cialtronate e fake news ma solo commenti intelligenti a pensieri intelligenti. Non buttiamo però il bambino con l’acqua sporca: chi ha davvero qualcosa da dire merita un premio. A noi è successo, quest’anno, di ricevere il sostegno disinteressato di influencer gentili, ed è stato bellissimo. Sì, anche questo è il nuovo femminismo. Impariamolo tutte velocemente che ce n’è un disperato bisogno. Parola dell’anno: supporto.
ACQUARIO: oroscopo femminista
Come sempre, cominciamo ogni anno con una lista di buoni propositi, che poi puntualmente disattendiamo. Adottare un metodo può aiutare. Noi, lo confessiamo, siamo diventate delle drogate della lista dei 101 desideri. O, piuttosto, è diventata un pretesto per convincere i famigli perplessi o contrari. Cambiare il divano? 101 desideri. Fare corso di ballo latino-americano? 101 desideri. Certo, poi bisogna fare i conti anche con i propri limiti. Il desiderio nr. 77, quello di avere un terrazzino straripante di vegetazione tipo foresta pluviale non tiene conto del nostro pollice nero sterminatore, capace di annegare, assetare, potare nelle stagioni sbagliate, rinvasare nei tempi di riposo. Non è vero che le piante parlano, almeno non a noi: lo sapessero fare, urlerebbero la fine di questo strazio con una rapida eutanasia. È lecito, in questi casi, cambiare desiderio. Chessò…magari un acquario? I pesci non rischiano di annegare né di morire di sete, certo dosare il mangime preoccupa non poco. Ma ci riusciremo! Parola dell’anno: desiderare
PESCI: oroscopo femminista
Per un po’ avete fatto finta di non vederli, o non ci avete voluto credere. No, non stanno ritornando, sono roba da racconti dei nonni. Parlano ma non mordono. Sono ridicoli, chi vuoi che gli creda. Così avete assistito estranee a filmati di raduni, foto di saluti romani, smargiassate istituzionali. Questa autoimposta serenità sta però ora cominciando a scricchiolare. Piccoli segnali, ma chiari. Solo a noi, in una città notoriamente tranquilla, sono capitati discorsi agghiaccianti di taxisti invasati, giovani ai concerti spaventati da controlli intimidatori mai visti prima, frequenti posti di blocco serali per atleti di ritorno da allenamenti, con annesse provocazioni per indurre alla reazione. È qui, nella vita di tutti i giorni, soprattutto dei nostri figli e figlie, che si sta testando, lontano dai giornali, quanto sappiamo stare in silenzio come pesci, al nostro posto, e lasciare spazio all’emergere di forze violente e prepotenti. Tutto fuorché democratiche. Ci va davvero bene così? Fino a quando? Fino a che punto?
Una buona notizia, in tutto questo, però la troviamo sempre. È vero, la storia non si ripeterà di nuovo. Negli ultimi ottant’anni c’è stato il voto, la democrazia, la Costituzione, i diritti civili, il femminismo. Stavolta ci siamo noi donne, con una forza sociale, economica e politica che, se certo ancora non paritaria, incomparabile rispetto ad allora. Come andrà a finire, insomma, dipenderà anche dalle nostre scelte, dal nostro saper stare insieme, parlarci, organizzarci, darci obiettivi e percorsi comuni. È davvero un’opportunità storica di protagonismo collettivo che può testare il nostro essere pienamente cittadine. Parola dell’anno: partecipazione.
Allora…ancora auguri da Ladynomics per un 2025 indimenticabile e un abbraccio a tutte!
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Fonte foto: BoliviaInteligente su Unsplash