Le lavoratrici in Pakistan che sono impiegate nell’economia informale (cuciono vestiti, o svolgono altri lavori da casa), si sono stufate di essere sfruttate e piano piano stanno vincendo battaglie che parevano impossibili da vincere. Infatti, i lavoratori e le lavoratrici nell’economia informale, in Pakistan e altrove, sono ampiamenti sfruttati/e; secondo una ricerca dell’Ilo “In media, i lavoratori a domicilio intervistati (e i loro aiutanti) lavorano 12,3 ore al giorno, sei giorni alla settimana e guadagnano $ 41,42 dollari al mese”.
Recentemente il secondo stato più grande del Pakistan, il Sindh, ha introdotto, grazie alle pressioni delle lavoratrici pakistane, una legge volta che garantisce diritti di base e sicurezza sociale per chi lavora a domicilio. Sono stati anche introdotti salari minimi e parità nei salari.
La riscossa delle donne che lavorano nell’economia informale ha addirittura ispirato i sindacati che rappresentano lavoratori per lo più uomini, i quali hanno chiesto essere aiutati dalle donne lavoratrici nelle loro rivendicazioni sindacali. Sono quattro al momento i sindacati guidati da donne (rappresentano 16 milioni di lavoratrici) e fino al 2009 non ne esisteva nessuno.
Non male per un paese che –secondo il Global Gender Gap Report per il 2018 – è al penultimo posto per disuguglianza di genere (148esimo su 149 paesi considerati) e che si colloca 146esimo posto per partecipazione delle donne alla forza lavoro.
Fonte: Pakistani women have had enough. They are demanding workplace equality