L’Articolo 21 della Costituzione, al comma 1 sancisce un diritto fondamentale che costituisce l’essenza stessa di uno stato democratico, vale a dire la libertà di pensiero e di parola, affermando che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.” Con l’Articolo 21 della Costituzione, quindi, le madri e i padri costituenti sanciscono un diritto che era stato gravemente limitato durante l’era fascista, proteggendo la pluralità dell’informazione a mezzo di una varietà di mezzi di diffusione, che includono attualmente non solo i mezzi piu’ tradizionali, come la stampa, televisione, e la radio, ma anche internet.
L’Articolo 21 proibisce, con il comma 2, la censura della stampa: “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Vi sono però alcuni i casi in cui la stampa puo’ essere controllata: ”Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili” (comma 3).
Al comma 4 si specifica che “In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo d’ogni effetto.”
Con il comma 5 si sottolinea che “La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.” E si vietano, al comma 6, “ […] le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.”
La libertà di stampa
Per quanto riguarda in particolare la libertà di stampa nel nostro paese, la situazione è fonte di preoccupazione a livello internazionale: il Press Freedom Index del 2019 classifica il nostro paese al 43esimo posto, un miglioramento rispetto al 2017, in cui era al 52esimo posto, ma una situazione ancora non ideale. Nel nostro paese ci sono una ventina di giornaliste e giornalisti sotto protezione della polizia, ed il livello di violenza contro i giornalisti/e viene definito dal Press Freedom Index “allarmante”. Il rapporto prosegue evidenziando che “A seguito delle loro attività di denuncia e delle proprie opinioni, alcuni giornalisti sono stati minacciati da politici con la revoca della protezione da parte della polizia”.
La stampa – in Europa ed in Italia – è ancora dominata dagli uomini. Uno studio dell’Osservatorio Europeo per il Giornalismo ha rilevato che negli undici paesi europei presi in considerazione, tra cui l’Italia: “gli uomini scrivono il 41% delle notizie, contro il 23% scritto dalle donne, e quasi la metà delle immagini (43%) pubblicate rappresentano uomini, contro il 15% che rappresentano donne.” O per dirla in altro modo: “La copertura delle notizie in Europa è largamente dominata da giornalisti e commentatori uomini, che passano la maggior parte del proprio tempo a scrivere di uomini…” Da notare che per quanto riguarda le pubblicazioni on line, la disparità di genere è meno marcata. In Italia, in cui il 41,6% dei giornalisti sono donne, il 63% degli articoli pubblicati sono a firma maschile – la percentuale più alta tra tutti i paesi europei esaminati.
La libertà di pensiero e di parola delle donne
Le donne che esprimono la propria opinione, sia per lavoro che nella normale vita quotidiana, non hanno una vita poi così facile: una recente ricerca della Commissione pari opportunità della Fnsi commentata da Giulia Giornaliste, ha osservato che nel campo del giornalismo (come ci pare in molti ambiti lavorativi) le molestie sono pervasive, sia da parte di colleghi, che da parte degli intervistati: l’”85% delle intervistate dichiara di aver subito una qualche forma, nel corso della vita lavorativa nell’ambito dei media; […] il 42,2%, indica che quella delle molestie è una realtà del quotidiano delle giornaliste nell’esercizio della professione.” La pervasività delle molestie è evidente anche sul web, dove non solo professionisti e figure pubbliche ma anche “normali” cittadini e cittadine esprimono la propria opinione: le donne tendono ad essere la maggioranza delle vittime di cyber bullismo e questo può costituire una limitazione alla propria libertà di pensiero e di espressione sul web, tanto che recentemente Laura Boldrini ha definito il web come un nuovo luogo di violenza contro le donne.
Infine, anche esprimere la propria opinione come esperte non è semplicissimo; secondo i dati del Global Media Monitoring Project 2015 in Italia nell’82% dei casi gli uomini sono interpellati come esperti nell’ambito di convegni e trasmissioni televisive. Gli hastag #AllMalePanel e #TuttiMaschi hanno puntato i riflettori su una situazione inaccettabile, e con l’iniziativa 100esperte.it è stato creato un database con i CV di professioniste italiane esperte nei settori di sapere caratterizzati dalla disuguaglianza di genere per tentare di contrastare l’onnipresenza di esperti uomini a scapito di esperte. Tra l’altro, anche il semplice mainsplaining vale a dire l’“atteggiamento paternalistico di alcuni uomini (ma non solo) quando spiegano a una donna qualcosa di ovvio, oppure qualcosa di cui lei è esperta” rappresenta una variazione del fenomeno dell’ubiquità dell’esperto maschio nella vita quotidiana.
Per le donne il diritto – previsto dall’Articolo 21 della Costituzione – di “manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” è garantito nella teoria, ma nella quotidianità è limitato da una società in cui le parole e le voci degli uomini continuano a contare di più.
Il progetto La #Costituzionedelledonne: Che cosa rappresenta oggi per noi donne la Costituzione? Quanto ci sentiamo rappresentate, capite e considerate? Un articolo al giorno, per tutto il mese di maggio, perchè la Festa della Repubblica sia davvero per tutte e tutti.
Puoi leggere gli altri Articoli della #CostituzioneDelleDonne qui:
1 maggio 2019: La #CostituzioneDelleDonne, oggi
1 maggio 2019: Articolo 1: “Ma l’Italia è una Repubblica fondata anche sul lavoro delle donne?”
2 maggio 2019 Articolo 2: “Quali sono i diritti inviolabili delle donne?”
3 maggio 2019 Articolo 3: “Anche le donne sono uguali di fronte alla legge?”
4 maggio 2019 Articolo 4: “Anche le donne hanno il diritto-dovere di lavorare?“
5 maggio 2019 Articolo 9: “La Repubblica promuove anche la cultura e la ricerca delle donne?”
6 maggio 2019 Articolo 10: “Il diritto di asilo delle donne straniere è diverso?”
7 maggio 2019 Articolo 11: “Che c’entrano le donne con la guerra?”
8 maggio 2019 Articolo 14: “L’inviolabilità del domicilio e la violenza contro le donne”.
9 maggio 2019 Articolo 18: “La libertà di associarsi delle donne”
10 maggio 2019 Articolo 21: “La libertà di parola delle donne”
11 maggio 2019 Articolo 29: “Il ruolo delle donne nel matrimonio e nella famiglia di oggi”
12 maggio 2019 Articolo 30: “Le donne e il diritto-dovere dei genitori di crescere i figli”
13 maggio 2019 Articolo 31: “Quale famiglia deve promuovere la Repubblica? E quale maternità?”
13 maggio 2019 Articolo 31: “Quale famiglia deve promuovere la Repubblica? E quale maternità?”
14 maggio 2019 Articolo 32: “Il diritto di cura e di tutela della salute delle donne”
15 maggio 2019 Articolo 33: “Le insegnanti nella scuola e nell’Università”
16 maggio 2019 Articolo 34: “Il diritto allo studio delle donne è diverso?”
17 maggio 2019 Articolo 35: “La Repubblica tutela anche il lavoro delle donne?”
18 maggio 2019 Articolo 36: “La retribuzione delle donne basta per un’esistenza libera e dignitosa?”
21 maggio 2019 Articolo 39: “Il ruolo delle donne nei sindacati”
22 maggio 2019 Articolo 41: “L’imprenditoria delle donne”
23 maggio 2019 Articolo 42: “La proprietà privata delle donne”
24 maggio 2019 Articolo 45: “Le donne nella cooperazione e nell’artigianato”
25 maggio 2019 Articolo 48: “Le donne elettrici”
26 maggio 2019 Articolo 49: “Le donne nei partiti”
27 maggio 2019 Articolo 51:”Le donne elette”
28 maggio 2019 Articolo 53: “Anche le donne pagano le tasse”
29 maggio 2019 Articolo 55:”Le donne in Parlamento”
30 maggio 2019 Articolo 92:”Le donne nel Governo”
30 maggio 2019 Articolo 83: “Avremo mai una Presidente della Repubblica?”
2 giugno 2019: Festa della Repubblica con la #CostituzioneDelleDonne!