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La storia delle donne nel Calendario del 900 dei bambini

di Giovanna Badalassi | 17 Gennaio 2020

Il calendario del 900 dei bambini di Sassari
Il calendario del 900 dei bambini di Sassari

I social molto spesso ci fanno arrabbiare, ma ogni tanto ci fanno commuovere all’improvviso, come nel caso del Calendario del 900 dei bambini di Sassari. Quello che doveva essere un lavoretto di fine anno, un po’ più curato e ragionato di tanti oggetti fatti col das, dipinti o ritagliati che popolano le nostre case, è diventato invece un’allegra ventata di aria fresca.

Sì perché questi bambini/e, che reinterpretano i personaggi secondo loro più importanti del 900, ci ricordano come il secolo più drammatico della storia, nel quale più volte si è visto l’abisso, è stato anche il periodo nel quale si sono concentrati i momenti più alti del nostro essere umani: nelle battaglie per i diritti e la pace, nella resistenza all’orrore, nell’arte, nella letteratura, nelle imprese più ardite, nella scienza, nello sport.

Saper vedere il meglio dell’umanità rappresenta infatti lo scopo ultimo della scuola: educare, e-ducere, letteralmente condurre fuori il meglio di sè.

Osservando questo calendario arriva però un’ulteriore sorpresa: contati e ricontati, 9 dei 12 mesi sono dedicati alle donne del 900.

Ci sono le Suffragette, Frida Kalho, Rosa Parks, Nadia Comaneci, Marie Curie, Maria Callas, Anna Frank, Grazia Deledda, Valentina Tereshkova.

Tutte donne meravigliose che siamo abituate/i a considerare singole eccezioni all’interno della storia secolare raccontata dai libri, dove sono protagonisti soprattutto uomini, nel bene e nel male.

In questo calendario le donne sono invece lì, tutte insieme, ci piacciono e le ammiriamo. Riconosciamo in loro esempi così alti, amati e rispettati che nessuno ha il coraggio di dire quale toglierebbe al posto di chi, per quanto il 900 abbia certamente visto protagonisti anche altri innumerevoli uomini eroici.

Anche queste donne rappresentano quindi il meglio del secolo scorso, e guardate che non sono tanto questi bambini/e e le loro maestre a dircelo, quanto il nostro enorme, inaspettato e sproporzionato apprezzamento social che fa diventare virale un bellissimo lavoretto di fine anno di una scuola elementare di Sassari.

La nostra commozione rappresenta quindi un riconoscimento collettivo del ruolo delle donne nella storia del 900, che rimane però non detto e confinato nello stato emozionale della “pancia”.

Guardando questo calendario non riconosciamo infatti razionalmente né sappiamo esprimere con parole condivise adeguate come l’essere donne sia stato un elemento determinante nella vita di queste figure eccezionali, per quanto possiamo percepire che siano unite tra di loro da una motivazione speciale fatta di umanità, passione, dedizione, altruismo, impegno, relazione.

Se conoscere la storia di tutti, donne e uomini, serve a qualcosa, però, è per avere gli strumenti oggettivi per capire il presente e immaginare il futuro, lungo un percorso di crescita collettiva che non può conoscere la propria direzione se non sa prima vedere bene da dove proviene.

Acquisire una simile consapevolezza è importante soprattutto in questo momento,  

travolti come siamo dai cambiamenti climatici, dalla rivoluzione tecnologica incontrollata, dalla crisi del capitalismo e della globalizzazione, dall’avanzata dei movimenti sovranisti/populisti e dei razzismi.

Abbiamo dunque bisogno non solo di emozionarci di fronte al “meglio” del 900 interpretato da questi bambini, ma anche di essere tutte/i d’accordo sul fatto che sì, una parte importante di questo “meglio” è rappresentato anche da donne e che queste potrebbero rappresentarlo anche in futuro, assieme a tanti altri uomini eccezionali, se solo avessero le stesse opportunità di dire e di fare.

In una qualche parte profonda nel nostro inconscio lo sappiamo,

come il successo di questo calendario ci mostra.

Anche se questo non può ancora bastare a spingerci verso la giusta direzione, è di sicuro un buon punto per iniziare.