Esiste un gender gap anche per la rabbia. Nel mondo donne e uomini si arrabbiano più di un decennio fa, ma le donne riportano di arrabbiarsi più degli uomini. Secondo una ricerca Gallup , dal 2012, più donne che uomini riferiscono di sentirsi tristi e preoccupate ed il divario tra i generi aumenta: in India, nel 2021, il 40,6% delle donne ha detto di aver provato rabbia nei giorni precedenti all’intervista contro il 27,8% degli uomini.
In generale, e non è una sorpresa, il gap di genere della rabbia è aumentato in molti paesi durante il primo anno di pandemia.
Al di là dei dati, per quanto preoccupanti, cambia anche la percezione della rabbia a seconda del genere: gli uomini che si arrabbiano vengono percepiti come persone appassionate, mentre la rabbia femminile viene tradizionalmente vista come una reazione irrazionale e scomposta.
Questa percezione stenta a morire e costa molto alle donne e all’uguaglianza di genere, perché sminuisce le istanze in cui le donne si arrabbiano e chiedono giustizia, come è per esempio successo per il #MeToo. Non prendere in considerazione la rabbia delle donne perché esagerata, scomposta, significa anche non prendere in considerazione le loro rivendicazioni, senza dover neanche entrare nel merito e aumenta potenzialmente anche il gap di genere per quanto riguarda le posizioni di potere.
Lo studio statunitense “How Outdated Notions About Gender and Leadership Are Shaping the 2020 Presidential Race,” ha rilevato che la “simpatia” è il più forte predittore del fatto che un candidato o una candidata sia considerata “presidenziale” o “eleggibile”, e questo danneggia le donne leader, perché le donne che si candidano a cariche politiche devono essere assertive e ambiziose per cercare di vincere, ma – a differenza degli uomini – non sono considerate simpatiche quando lo fanno, e quindi diminuiscono le loro probabilità di essere elette.
La rabbia non è una cosa per donne, che in teoria devono sempre rimanere calme e femminili, perché quando si arrabbiano “sono brutte”: sfortunatamente lo credono anche molte donne che hanno interiorizzato questo stereotipo di genere, per cui non solo reprimono la propria rabbia come non appropriata, ma giudicano male le donne che si arrabbiano- o che sono anche solo assertive. Eppure la rabbia è un’emozione necessaria e positiva se incanalata verso il cambiamento. E di cambiamenti abbiamo bisogno come il pane: il coronavirus ha fermato il progresso per i diritti delle donne, la violenza domestica è aumentata, ed i diritti riproduttivi delle donne sono a rischio in molti paesi.
Arrabbiamoci (ancora) di più.
Immagine: Foto di Simran Sood su Unsplash