O meglio, un safety work, lavoro per la sicurezza. Lo definisce così Fiona Vera Gray, autrice dell’articolo “Trying to avoid assault and harassment is taking more out of you than you realize” che ha esaminato le varie precauzioni che le donne prendono per evitare molestie, commenti e quant’altro da parte degli uomini in pubblico, un fenomeno estremamente comune.
Le donne intervistate hanno identificato diversi comportamenti che adottano in pubblico per evitare di essere “attenzioni” non richieste, come per esempio mettersi gli occhiali da sole in modo da non incrociare sguardi, e le cuffie in modo da poter fingere di non aver sentito insulti o commenti indesiderati.
Oltre, al solito, all’attenzione per la scelta dell’abbigliamento. E non stiamo parlando di minigonne cortissime, ma persino di colori che possono attrarre l’attenzione o meno. La cosa interessante è che le 50 intervistate, come riportato dall’autrice, hanno tutte stimato per difetto l’ammontare di energia che mettono nell’adottare questi comportamenti, che rappresentano un fattore di disturbo nella loro vita quotidiana.
L’adozione di comportamenti anti-molestie può anche tradursi in una forma di pink tax, come ha riportato una ricerca condotta a New York, dove si stima le donne spendano in media 26-50 dollari al mese in più degli uomini per il trasporto: infatti, siccome ci sono maggiori probabilita’ di essere molestate sui mezzi pubblici, spendono di piu’ per Uber e taxi.
È giusto che sia così? Perchè sono le donne a essere responsabili per evitare di essere molestate, aggredite, etc. ? Sarebbe il caso di lavorare di più su uomini e ragazzi, in modo tale che sia chiaro a loro come non comportarsi nei confronti delle donne.
Spesso la tolleranza della nostra società per comportamenti considerati a torto “innocui” che oggettivano le donne contribuiscono a creare un clima favorevole a forme di violenza sessuale ancora più gravi.