Domani si affronteranno per il ballottaggio delle elezioni presidenziali Luiz Inácio Lula da Silva e Jair Bolsonaro: si tratta di un’elezione fondamentale per il paese e soprattutto per le donne. I sondaggi danno in vantaggio con il 49% Lula, e si spera che abbiano ragione, considerando che Bolsonaro ha un record decisamente negativo per quanto riguarda le politiche a favore delle donne: in un paese in cui solo nel 2021 sono state uccise 1340 donne, Bolsonaro ha tagliato di ben il 90% i fondi di contrasto alla violenza di genere, concentrandosi invece sui soliti temi che tanto piacciono agli uomini “forti”: rafforzamento della famiglia, difesa della vita dal concepimento.
Inoltre, con Bolsonaro, ci sono stati passi indietro per la lotta alla povertà e alla disuguaglianza, in un paese in una posizione già abbastanza drammatica per quanto riguarda la povertà: le donne sono sovrarappresentate tra le persone povere, e rimane elevato il divario di genere nei salari: secondo Oxfam, al ritmo attuale il gap di genere nei salari potrebbe chiudersi nel 2047. Il paese, secondo il Global Gender Gap Report del 2022, si classifica al 94esimo posto su 146 paesi con un punteggio di 0,696 (1=parità), peggiorando di una posizione rispetto al 2021, con una performance molto bassa per l’empowerment politico (0,196).
Lula ha invece un record migliore: in particolare, durante la sua presidenza (2003-2011) ha attuato il programma Bolsa Familia, un trasferimento di denaro per famiglie a basso reddito che ha avuto un effetto molto positivo sulle donne. Secondo le Nazioni Unite dei 50 milioni di persone che hanno beneficiato del programma, il 92% sono donne responsabili della propria famiglia.
È possibile inoltre che queste elezioni siano decise dalle donne, siccome ci sono 8 milioni di donne in più rispetto agli uomini in Brasile e negli ultimi anni si è verificata una maggiore attenzione e partecipazione delle donne alla politica e una strenua opposizione, soprattutto da parte di donne povere e di colore, alle politiche di Bolsonaro.
Insomma, in bocca al lupo al Brasile e alle brasiliane.
Foto: Anna Cunha