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L’economia di Kamala Harris

di Federica Gentile | 25 Agosto 2024

Abbiamo gioito, gli Obama hanno fatto quello che sanno fare strabene, fare discorsi che ispirano ed essere cool, ma ora la Convention dei democratici è finita, Kamala Harris è ufficialmente la candidata alla presidenza ed è ora di guardare alle sue proposte. Soprattutto a quelle in campo economico.

Infatti, in linea con l’amministrazione di Biden, la Harris ha dichiarato di volersi concentrare sull’economia della cura, cosa che a Biden non era riuscita  fino in fondo, non essendo riuscito a rendere accessibili i carissimi servizi alla prima infanzia o far passare la proposta di dodici settimane  di congedi parentali pagati ed obbligatori. Gli USA rimangono così l’unico tra i paesi ricchi senza congedi parentali retribuiti e garantiti a livello federale.

Tra le proposte della Harris che fanno riferimento all’economia della cura c’è  il ripristino di un credito d’imposta ampliato per la prole  che passerebbe dai 2.000 dollari attuali a 3.600, e che quando è stato in vigore, nel 2021, ha avuto il risultato di supportare le famiglie in un momento di crisi economica, e di diminuire sensibilmente  la povertà infantile. Inoltre, la Harris ha proposto un altro credito di imposta fino a 6.000 dollari per neonati e neonate, che però, osserva The Jacobin, funzionerebbe molto meglio come bonus cash, piuttosto che appunto, come credito d’imposta.

Ci sono poi anche altre inziative, per ora non molto dettagliate, che si pongono l’obiettivo di affrontare il grosso problema del costo della  casa (e degli affitti, che sono il 33% più alti rispetto al periodo prepandemia) ma anche del cibo, il cui costo, solo nel 2023, è  aumentato del 5%.

Molte persone e molte famiglie negli USA vivono ormai da anni in situazioni difficili dal punto di vista economico: hanno bisogno di provvedimenti fattibili e di un piano solido per l’economia, che al momento la Harris deve ancora delineare in modo preciso. Le aspettative sono alte, speriamo che lei sia all’altezza.