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Sri Lanka: più donne in politica

di Federica Gentile | 15 Gennaio 2025

Quando si parla di donne in politica, a livello globale, siamo ancora un po’ indietro: il livello di parità di genere  raggiunto nella politica (22,5%) è più basso rispetto a quello ottenuto nell’economia e nelle opportunità di genere (60,5%) e soprattutto rispetto a  quello, quasi totale, ottenuto nel dominio della  salute (96%) e dell’istruzione (94,9%). Abbiamo insomma quasi raggiunto la parità  nei due ambiti di vita del matrimonio, più attinenti alla sfera privata e al benessere delle persone, mentre nelle  aree del patrimonio, che riguardano invece la dimensione pubblica, e il potere, le resistenze al cambiamento  sono ancora molto forti.

Tuttavia, un raggio di speranza in questo senso ci arriva dallo Sri Lanka, dove è stata proprio la mobilitazione delle donne nel 2022 a contribuire, nel bel mezzo di una seria crisi economica, a cacciare l’allora presidente Gotabaya Rajapaksa.
Che siano state le donne a mobilitarsi non è un caso, infatti: “Quando il paese ha quasi finito i soldi e il carburante, il peso è ricaduto in modo sproporzionato sulle donne, che si sono fatte carico del carico domestico. La loro rabbia le ha mandate in strada.” Come capita spesso, infatti, le donne sono coloro che, con il loro lavoro domestico e di cura non pagato, ammortizzano gli effetti delle crisi economiche.

Sull’onda delle proteste e della voglia di cambiamento, e per non ritrovarsi nella stessa situazione di prima, è in corso nel paese uno sforzo notevole per innescare un cambiamento culturale che permetta di aumentare la presenza delle donne in politica. Questo sforzo, iniziato con le quote di genere a livello locale nel 2016, ha portato a buoni risultati nel 2024, quando “24 donne sono state elette al parlamento del paese. Inoltre, una donna ha ottenuto il secondo voto preferenziale più alto nella storia delle elezioni dello Sri Lanka ed è diventata Primo Ministro. Harini Amarasuriya è un avvocato e la prima donna Primo Ministro del Paese dal 1994.”

Tuttavia, ci sono solo due donne nell’esecutivo, e la percentuale donne in parlamento rimane molto bassa (10,7%), ma rappresenta sicuramente un miglioramento rispetto al 5,3% da cui si partiva. Infine, malgrado il fatto che le donne sono più della metà degli elettori e delle elettrici in Sri Lanka, nessuna donna è stata candidata alle elezioni presidenziali, vinte da un uomo, Anura Kumara Dissanayake, il quale però, ben consapevole di quanto il suo partito, il National People’s Power, debba alla mobilitazione delle donne, pare determinato a lavorare per l’uguaglianza di genere.

Il nuovo governo ha infatti avviato un ampio dibattito sulla parità salariale e sulla necessità di migliorare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, che si ferma al 33%, a fronte di un gap di genere nell’istruzione chiuso per il 99%.

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