Javier Milei ha mantenuto le sue promesse e, diventato presidente dell’Argentina, prevedibilmente “ha chiuso il ministero per le donne, il genere e la diversità, riducendo apparentemente le politiche contro la violenza di genere a mera decorazione burocratica, e ha messo a rischio il diritto all’aborto legale, sicuro e gratuito, che è stato vinto nel 2020”.
Questa è l’ennesima dimostrazione di come la lotta per i diritti delle donne non finisca mai e spesso ad un’espansione dei diritti delle donne (e anche delle minoranze etniche e delle persone LGBTQ+) corrisponde una reazione che tende invece a supportare lo status quo: lo si vede in Argentina ma anche in Afghanistan, in Polonia. In Cile, nel 2022 è stata bloccata una proposta costituzionale che avrebbe espanso i diritti delle donne.
Nel corso degli anni, in Argentina e nel resto dell’ America Latina, i movimenti femministi hanno dato voce alle donne e si sono battuti per i diritti riproduttivi, per incrementare la presenza delle donne in politica e per combattere la violenza di genere. Malgrado questa mobilitazione ed i progressi fatti, la situazione per le donne in America Latina resta ancora difficile: l’America Latina è ancora indietro per quanto riguarda l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile relativo all’uguaglianza di genere e all’emancipazione di donne e ragazze ed i tassi di violenza contro le donne e di femminicidi nella regione rimangono alti: si stima che ogni due ore in America Latina avvenga un femminicidio.
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