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Declino cognitivo delle donne? Colpa del sessismo!

di Federica Gentile | 20 Dicembre 2024

Tradizionalmente gli studi che si sono posti l’obiettivo di indagare sul motivo per cui l’Alzheimer colpisce le donne più degli uomini hanno analizzato le differenze biologiche tra i sessi, guardando per esempio al ruolo dei geni e agli ormoni, ma un nuovo studio condotto negli USA che ha esaminato la relazione tra i livelli di sessismo strutturale e le prestazioni in termini di memoria di 21.000 persone ha scoperto che per le donne nate in stati caratterizzati da un maggiore livello di sessismo strutturale (convinzioni o pratiche discriminatorie basate sul sesso e sul genere che determinano disparità abbastanza prevedibili […]in termini di potere, risorse e opportunità) hanno un declino della memoria più rapido in età matura, che equivale circa nove anni di invecchiamento cognitivo.

Lo studio ha anche osservato che questa associazione tra sessismo strutturale e declino cognitivo è particolarmente forte per le donne nere, che si trovano a dover affrontare contemporaneamente l’effetto del sessimo e del razzismo. La responsabile della ricerca, Justina Avila-Rieger, ha affermato che:

“I nostri risultati suggeriscono che affrontare le disuguaglianze sociali potrebbe essere un modo efficace per ridurre il peso dell’Alzheimer tra le donne”

e

“L’Alzheimer è un enorme problema sociale, in particolare tra le donne, che rappresentano due terzi delle persone americani affetti dalla malattia. È fondamentale che comprendiamo meglio cosa sta causando questa discrepanza e cosa si può fare al riguardo”.

Anche se non sono ancora chiari i meccanismi grazie ai quali il sessismo strutturale contribuisce al declino della memoria, si ipotizza che le disuguaguaglianze strutturali rendano più difficile per le donne l’accesso alle “opportunità e alle risorse che migliorano la salute”.

Considerato che nel mondo la demenza colpirà 75 milioni di entro il 2030 persone e 132 milioni entro il 2050, con circa 10 milioni di nuovi casi all’anno ) e che in Italia sono più di un milione le persone con demenza e si stimano oltre 600.000 persone affette da Alzheimer è evidente come sia importante indagarne tutte le determinanti.

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