×

La #CostituzioneDelleDonne Articolo 38: Le donne hanno gli stessi diritti previdenziali e assistenziali degli uomini?

di Federica Gentile | 20 Maggio 2019

Articolo 38 della Costituzione "Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale.I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale.Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.
L'assistenza privata è libera."

Con l’Articolo 38 della Costituzione lo Stato si impegna ad assicurare agli individui il rispetto della propria dignità, anche qualora si trovino in una condizione di bisogno. In particolare, il comma 1 prevede l’assistenza sociale (vale a dire le misure che servono a garantire un adeguato tenore di vita anche a chi è titolare di un reddito inferiore ad una certa soglia e non può procurarsi altre entrate) per cittadini che non possano lavorare o che siano in una situazione di povertà: “Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.”  Se il comma 1 dell’Articolo 38 della Costituzione si riferisce in generale a tutti gli individui, il comma 2 si riferisce invece a lavoratori e lavoratrici e riguarda la previdenza sociale: “I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.”

Con il comma 3, il diritto all’educazione e alla formazione per le fasce più deboli della popolazione vien garantito dall’Articolo 38 della Costituzione: “Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale” e aggiunge, al comma 4, che “Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.” Con il comma 5, “L’assistenza privata è libera”, lo stato di fatto dichiara di non avere il monopolio dell’attività di assistenza.

L’assistenza sociale e le donne

Le donne sono particolarmente vulnerabili dal punto di vista economico e quindi maggiormente dipendenti da strumenti di assistenza sociale: infatti le donne guadagnano mediamente a parità di lavoro 3.000 euro in meno degli uomini,  mentre la loro ricchezza individuale è più bassa di quella maschile del 25%.
Il reddito prodotto autonomamente dalle donne, o le loro proprietà individuali, rappresentano però indicatori di autonomia e di indipendenza economica.

Diverso è il discorso sulla redistribuzione delle risorse all’interno delle famiglie, sulla capacità di spesa e di consumo, che definiscono la soglia di povertà delle famiglie e degli individui. In questo caso le donne, pur essendo molto spesso dipendenti dalle risorse economiche del partner che mediamente guadagna di più, godono di una capacità di consumo e di un benessere maggiore di quello che avrebbero con il loro solo stipendio.
Per questo effetto di redistribuzione delle risorse, del consumo e delle spese all’interno della famiglia, quindi, il numero delle donne povere a livello individuale, tra adulte e minori,  calcolato dall’Istat sulla capacità di consumo, non è molto differente da quello degli uomini: dei 5 milioni e 58 mila di poveri assoluti nel 2017 in Italia 2 milioni 486 mila sono gli uomini e 2 milioni 472mila le donne.

Tuttavia,  se per le donne la redistribuzione familiare delle risorse può apparire un vantaggio, in realtà diventa molto pericolosa perché rappresenta pur sempre una dinamica di dipendenza: se le cose non vanno bene in famiglia, se ci si separa o si rimane vedove, aumenta sensibilmente il rischio di povertà per le donne. Le statistiche ci dicono infatti che il rischio di povertà per le donne è superiore a quello degli uomini, soprattutto per le fasce di età relative alla maternità (23,5% contro il 19,9% degli uomini per le 25-34enni, 3,6 punti percentuali di differenza) e soprattutto per le over 75 (18,7% contro il 12,1% degli uomini, per una differenza di 6,6 punti percentuali).

Eventuali strumenti di contrasto alla povertà dovrebbero quindi tenere presente le peculiarità della povertà delle donne; resta da vedere l’impatto di genere del reddito di cittadinanza – strumento che dovrebbe contrastare la povertà diffusa nel nostro paese. Al momento il 58% dei richiedenti sono donne, tra le quali molte donne single con bambini.

Le donne e la previdenza sociale

Per quanto riguarda invece la previdenza sociale, secondo dati Istat, le donne sono il 52,5% dei pensionati, e ricevono in media pensioni di quasi 6mila euro più bassi di quelli degli uomini. Le donne sono anche la maggioranza delle beneficiarie delle pensioni assistenziali (59,3%) dato che tendono ad avere percorsi lavorativi e contributivi più frammentati; percepiscono poi il 58,2% delle pensioni di invalidità civile, il 62,9% delle pensioni sociali e il 64,1% di quelle di guerra. Il 18% delle anziane non riceve alcuna forma di pensione  contro il 3% degli uomini. Vi è quindi un importante divario pensionistico di genere in Italia – così come in Europa – ed esso è peraltro il risultato inevitabile  della disuguaglianza nel mondo del lavoro: le donne guadagnano di meno, e spesso devono ridurre la propria attività lavorativa per prendersi cura dei familiari, e dunque non versano contributi che garantiscano loro una esistenza dignitosa.

Le proposte per la riforma delle pensioni per ora non sembrano prendere in considerazione il divario pensionistico di genere, per esempio Quota 100 pare proprio andare nella direzione opposta, in quanto per le donne, per via della carriera lavorativa mediamente discontinua, è difficile soddisfare i requisiti dei 62 anni e di 38 anni di contributi. Quota 100 quindi “Incentiva il pensionamento anticipato e per farlo incanala una gran quantità di risorse verso lavoratori sessantenni, prevalentemente uomini, con carriere lavorative continue e aderenti al (generoso) sistema retributivo”.

Il progetto La #Costituzionedelledonne: Che cosa rappresenta oggi per noi donne la Costituzione? Quanto ci sentiamo rappresentate, capite e considerate? Un articolo al giorno, per tutto il mese di maggio, perchè la Festa della Repubblica sia davvero per tutte e tutti.

Puoi leggere gli altri Articoli della #CostituzioneDelleDonne qui:

1 maggio 2019: La #CostituzioneDelleDonne, oggi

1 maggio 2019: Articolo 1: Ma l’Italia è una Repubblica fondata anche sul lavoro delle donne?”

2 maggio 2019 Articolo 2: “Quali sono i diritti inviolabili delle donne?”

3 maggio 2019 Articolo 3: “Anche le donne sono uguali di fronte alla legge?”

4 maggio 2019 Articolo 4: “Anche le donne hanno il diritto-dovere di lavorare?

5 maggio 2019 Articolo 9:  “La Repubblica promuove anche la cultura e la ricerca delle donne?”

6 maggio 2019 Articolo 10: “Il diritto di asilo delle donne straniere è diverso?”

7 maggio 2019 Articolo 11: “Che c’entrano le donne con la guerra?”

8 maggio 2019 Articolo 14: “L’inviolabilità del domicilio e la violenza contro le donne”.

9 maggio 2019 Articolo 18: “La libertà di associarsi delle donne”

10 maggio 2019 Articolo 21: “La libertà di parola delle donne”

11 maggio 2019 Articolo 29: “Il ruolo delle donne nel matrimonio e nella famiglia di oggi”

12 maggio 2019 Articolo 30: “Le donne e il diritto-dovere dei genitori di crescere i figli”

13 maggio 2019 Articolo 31: “Quale famiglia deve promuovere la Repubblica? E quale maternità?”

13 maggio 2019 Articolo 31: “Quale famiglia deve promuovere la Repubblica? E quale maternità?”

14 maggio 2019 Articolo 32: “Il diritto di cura e di tutela della salute delle donne”

15 maggio 2019 Articolo 33: “Le insegnanti nella scuola e nell’Università”

16 maggio 2019 Articolo 34: “Il diritto allo studio delle donne è diverso?”

17 maggio 2019 Articolo 35: “La Repubblica tutela anche il lavoro delle donne?”

18 maggio 2019 Articolo 36: “La retribuzione delle donne basta per un’esistenza libera e dignitosa?”

19 maggio 2019 Articolo 37: “Nel lavoro le donne hanno gli stessi diritti e retribuzione degli uomini?”

20 maggio 2019 Articolo 38:”Le donne hanno gli stessi diritti previdenziali e assistenziali degli uomini?”

21 maggio 2019 Articolo 39: “Il ruolo delle donne nei sindacati”

22 maggio 2019 Articolo 41: “L’imprenditoria delle donne”

23 maggio 2019 Articolo 42: “La proprietà privata delle donne”

24 maggio 2019 Articolo 45: “Le donne nella cooperazione e nell’artigianato”

25 maggio 2019 Articolo 48: “Le donne elettrici”

26 maggio 2019 Articolo 49: “Le donne nei partiti”

27 maggio 2019 Articolo 51:”Le donne elette”

28 maggio 2019 Articolo 53: “Anche le donne pagano le tasse”

29 maggio 2019 Articolo 55:”Le donne in Parlamento”

30 maggio 2019 Articolo 92:”Le donne nel Governo”

30 maggio 2019 Articolo 83: “Avremo mai una Presidente della Repubblica?”

2 giugno 2019: Festa della Repubblica con la #CostituzioneDelleDonne!