E’ alla fine un gran respiro di sollievo quello che ha accolto i risultati delle elezioni in Spagna di ieri. Alla fine il partito socialista è stato confermato come prima forza politica del paese con il 28,7% dei voti. In sostanza, il PSOE è riuscito a contenere l’ondata di estrema destra dalla quale in molti temevano una spallata forse letale per la democrazia spagnola e, anche, ammettiamolo, europea. La diga democratica ha dunque tenuto, evitando il peggio: l’estrema destra di Vox è infatti comunque entrata in parlamento con il 10,3%, con qualche brivido giù dalla schiena per molti.
Un aspetto che i maggiori giornali italiani stamattina, nel riportare la notizia, non sottolineano con adeguata enfasi è, però,
il contributo e il ruolo determinante che hanno avuto le donne e il movimento femminista spagnolo in queste elezioni.
Un’analisi più approfondita del voto servirà nei prossimi giorni a quantificare meglio in numeri il voto delle donne, ma già da adesso possiamo dire che il loro impegno nella campagna elettorale è stato indispensabile per la vittoria finale.
Credo che per la prima volta in Spagna, si sia visto, infatti, un manifesto del movimento femminista così partecipato e condiviso, e soprattutto estremamente lucido e consapevole non solo dei pericoli derivanti da un’eventuale affermazione dell’estrema destra, ma anche di cosa vogliano oggi le femministe, nel secondo millennio e agli inizi della quarta rivoluzione industriale.
Intanto: la partecipazione. Il manifesto femminista spagnolo è stato firmato da 150 organizzazioni e comitati femministi.
Certo i contenuti sono stati negoziati tra tutte le sensibilità, dato che pure in Spagna il mondo femminista ha delle importanti differenze al suo interno. Il documento finale che ne esce può però essere considerato un vero e proprio programma elettorale di tutto il movimento femminista spagnolo.
150 organizzazioni sono tantissime, guardate, e fanno capire come le spagnole abbiamo compreso molto bene quale minaccia pendesse sulla loro vita e quella delle loro famiglie. Sì perché anche in Spagna ci sono forze sociali e politiche retrograde che vogliono riportare la società allo stereotipo di famiglia patriarcale anni 50, o anche prima. A queste le spagnole hanno reagito decise e compatte, scendendo in piazza con manifestazioni di piazza molto affollate.
Anche sui contenuti le spagnole hanno saputo essere allo stesso tempo innovative e difensive,
arricchendo le istanze del femminismo storico tradizionale con punti di vista e proposte che traghettano il movimento femminista verso il nuovo millennio, nuove generazioni e nuove visioni per il futuro. Le donne sono infatti anche in Spagna più della metà dell’elettorato, e, con l’alternarsi delle generazioni, stanno prendendo sempre più consapevolezza e sicurezza non solo delle proprie capacità ma, anche, delle proprie responsabilità pubbliche e collettive.
Da qui, ad esempio, il convinto impegno nel manifesto su politiche che riguardano tutti, ma pur sempre con la prospettiva femminista: è il caso, ad esempio, della lotta contro il cambiamento climatico, della richiesto di cambiamento nel modello economico dei consumi, delle istanze di cambiamento per le politiche per l’immigrazione, la sanità, l’istruzione, la casa e, soprattutto la lotta alla povertà e alle diseguaglianze anche attraverso una parità di genere da raggiungere sia nel mondo del lavoro retribuito che del lavoro di cura e di riproduzione sociale.
A tutto questo, però, le spagnole non ci sono arrivate in pochi mesi.
Da diversi anni il movimento femminista spagnolo è infatti molto vivace, attivo e propositivo nella società spagnola, a tutti i livelli, dal mondo accademico a quello imprenditoriale e sociale.
Un ruolo nella società che, prima ancora di queste elezioni, ha portato, ricordiamolo, ad un governo formato da maggioranza di donne, 11 in tutto, tra l’altro collocate in dicasteri pesanti, quali ad esempio il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
E quindi, che dire.
Brave le spagnole, bravissime, Successo meritato che speriamo venga loro riconosciuto da Sanchez anche per il prossimo governo.
Ma soprattutto: prendiamo appunti, eh, noi qui in Italia.
Fonte foto: https://www.publico.es/sociedad/mujeres-feministas-manifestaciones-vox.html