I vecchi film, che noi spesso immaginiamo esclusivamente in bianco e nero in molti casi venivano successivamente colorati a mano, soprattutto da donne. Un lavoro impegnativo, che richiedeva una notevole attenzione ai dettagli e precisione, siccome un piccolo errore poteva rovinare un’intera inquadratura.
Le coloriste venivano scelte per questo tipo di lavoro principalmente per ragioni di convenienza economica poichè erano pagate meno, ma anche perchè si supponeva che avessero una maggiore sensibilità per il colore, come osserva Joshua Yumibe. Inoltre colorare i film era una occupazione accettabile per le donne dell’epoca, in quanto simile ad attività come dipingere la ceramica, che erano tradizionalmente svolte dalle donne nell’ambito domestico. Tra le coloriste emerge la figura di Elisabeth Thuillier il cui laboratorio, che impiegava solo donne, lavorò sui film del regista Georges Méliès dal 1897 al 1912. La Thuillier era conosciuta per la sua precisione: lavorava di notte sperimentando i colori e le sue impiegate durante il giorno coloravano i film secondo le sue indicazioni, organizzate in una catena di montaggio, per una maggiore efficienza.
Parafrasando le parole di Amanda Scherker, c’è qualcosa di poetico nel pensare a delle donne che aggiungono colore ad un mondo in bianco in nero.
Fonte: The Forgotten Women Who Hand-Painted the First Color Films