Ennesima notizia sconcertante dal cuore degli USA: in Missouri, nel governo statale, è stato deciso che le donne elette alla Camera debbano indossare abiti che coprano le braccia. Naturalmente non esiste una regola equivalente per gli uomini.
La notizia è nuova, ma la storia è sempre la stessa: il voler regolamentare il corpo delle donne non è un’esclusiva degli USA, ma assume forme differenti in diverse parti del mondo. L’imporre alle donne un determinato tipo di abbigliamento è una delle espressioni più evidenti del patriarcato ed è collegato alla maggiore sessualizzazione dei corpi delle donne. Non solo, l’abbigliamento maschile è tradizionalmente considerato un mezzo per dimostrare potere e successo, mentre quello delle donne ha la funzione di attrarre (uomini, naturalmente).
In questo contesto le critiche ed imposizioni sull’abbigliamento delle donne sono piccole grandi “interruzioni” a cui le donne devono far fronte nella propria vita quotidiana, che le riporta in modo costante “al loro posto”. Sono regole che, associate al continuo esame e critica dei corpi femminili, sminuiscono donne che svolgono il proprio lavoro, come le elette in Missouri, togliendo loro potere e credibilità senza dover neppure entrare nel merito delle loro competenze e proposte.
Sono un costante promemoria del fatto che le donne sono corpi estranei, che non appartengono ai veramente allo spazio pubblico e alle sfere di potere.
Non si tratta mai solo di una scollatura, di braccia scoperte, ma è sempre una questione di potere.
Foto: Shreshth Gupta su Unsplash