Sarà che repetita iuvant, ma piano piano si aggiungono pezzi alla relazione (abbastanza pessima) tra le donne e il lavoro domestico e di cura non pagato. Si sa ampiamente che le donne svolgono molto più lavoro domestico e di cura rispetto agli uomini, ma adesso un recente studio: “Gender differences in the association between unpaid labour and mental health in employed adults: a systematic review” mette i puntini sulle “i” ed analizza come il lavoro domestico e di cura sia associato ad una peggiore salute mentale per le donne. E perché? Cherchez non la femme, che chiaramente abbiamo già, ma il carico mentale. Siccome il carico mentale (il tenere tutto insieme, il ricordare e coordinare varie attività domestiche e di cura) delle donne è comunque maggiore di quello degli uomini, dato che sono viste come le uniche responsabili del lavoro domestico e di cura, lo studio ipotizza che un’ora di lavoro domestico e di cura delle donne “pesi” di più – negativamente – sulla salute mentale delle donne. Anche il diverso tipo di lavoro domestico di cura svolto dagli uomini e dalle donne potrebbe avere un ruolo in questo maggiore impatto del lavoro domestico e di cura sulla salute mentale delle donne.
Aggiungiamoci l’effetto che la pandemia ha avuto ed ha tuttora sulla salute mentale delle persone, e la situazione non appare rosea. Eppure, con buone politiche parentali – specie rivolte ad aumentare la partecipazione dei padri al lavoro di cura – si potrebbe fare molto.
Attendiamo fiduciose che se ne occupi il nuovo governo.