Abbiamo il piacere di pubblicare un contributo di Esmeralda Rizzi, collega, ottima giornalista, e soprattutto grande amica di Ladynomics.
Le donne hanno pagato alla crisi da Covid il prezzo più alto. Anche in termini di contagi sul lavoro. Da sempre abbiamo detto che durante l’emergenza le donne sono rimaste al lavoro nei settori maggiormente esposti al virus molto più degli uomini perché generalmente impegnate nelle professioni collegate alla cura e ai servizi: operatrici della sanità e dell’assistenza, addette ai servizi di igienizzazione e pulimento, al commercio, alla produzione di generi alimentari.
Oggi è un dossier dell’Inail che attraverso i numeri conferma la nostra analisi. Ogni 10 denunce di contagio sul lavoro 7 riguardano donne. E nel quinquennio si arriva addirittura a un incremento percentuale dei decessi tra le donne (+ 66,4%) quasi doppio di quelli tra gli uomini (+36,2%). Una beffa molto amara per le donne perché i settori dove si sono diffusi i contagi, quelli che non si potevano fermare e che hanno mandato avanti il Paese durante il lockdown, sono anche quelli a minore riconoscimento sociale e retributivo ma spesso anche quelli a maggiore precarietà. In poche parole durante l’emergenza le donne sono state maggiormente esposte ma anche meno tutelate.
Ma i dati Inail hanno evidenziato anche altro. Nel 2020 il numero più alto di infortuni tra le lavoratrici riguarda le donne più “grandi”, quelle tra i 45 e i 54 anni mentre si registra un vero crollo tre le under 25 (-55,8%). La spiegazione, verrebbe da dire, è presto fatta perché queste percentuali ricalcano la distribuzione del lavoro per fasce d’età. E cioè i giovani, uomini e soprattutto donne, con la crisi, hanno subito una vera espulsione dal mondo del lavoro e se ne fanno parte, sono precari e precarie con contratti brevissimi.
Per concludere una riflessione che nasce dal crollo degli infortuni in itinere. Durante il Covid, complice lo smartworking, gli infortuni in itinere sono diminuiti per uomini e donne che solitamente registrano numeri molto più alti degli uomini. Inail stesso spiega perché. “La strada causa in proporzione più infortuni tra le donne maggiormente impegnate nella conciliazione casa lavoro che può avere ripercussioni sulla frequenza degli spostamenti e sui tempi di recupero della stanchezza, in presenza poi, per alcune professionalità, di turni lavorativi anche notturni”.
Le donne nel tentativo di tenere tutto assieme quindi corrono, si affannano e non riposano. E pagano a questa impresa un conto anche in termini di salute.